venerdì 2 gennaio 2015

Equador Highlights

Quilotoa

Arrival in Quito

Uziwa Team with the Family

Storm in Quito

Rosted Kui....poor little Guinea Pig

South American most wanted eyes


Sezione della guida Lonely Planet alla voce "getting from Colombia to Ecuador"

Nessun autobus (econimico) vi accompagnerá direttamente oltreconfine. Dovrete arrivare Ipiales, ultima cittá del confine colombiano, scendere al terminal, prendere un taxi con il quale si raggiungerà la dogana. Far timbrare il passaporto, attraversare il ponte che divide i due stati a piedi. Timbrare il passaporto di entrata e prendere un altro taxi che vi accompagnerà sino al terminal di Tulcan, dove se sarete sopravvissuti potrete proseguire con un altro bus verso la vostra destinazione.
N.B. Cercate di evitare le ore notturne per passare il confine.

Ovviamente noi avevamo anche provato a calcorare un orario utile, ma qualche lavoro stradale e la pioggia non hanno aiutato. Eccoci qui. Sul ponte del confine, io, Matteo e la Ali con le ns tre nuove amiche ecuadoregne con le quali abbiamo sfrecciato in taxi tra le strade apparentemente deserte dell'ultima città della Colombia. Quasi mezzanotte, foto di rito sotto al cartello Ecuador e via veloci verso il bus diretto a Quito. 
Onestamente non abbiamo notato nulla di pericoloso, ma l'atteggiamento guardingo del taxista che nn si fermava nemmono con i semafori rossi e nn rallentava mai sotto i 100 km/h ci faceva percepire che a quell'ora ed in quel luogo era meglio non dare troppo nell'occhio. 
Anche se non sono moltissimi giorni che stiamo viaggiando, comunque cominciamo a sentirci parte di tutte queste storie che serpeggiano tra i viaggiatori indipendenti, furti, scippi, attacchi, rapimenti lampo, avvelenamenti, ecc...
Noi guardiamo questo mondo come increduli dato che fino ad ora le persone che abbiamo incontrato non hanno fatto altro che aiutarci e consigliarci. A volte accompagnandoci ed altre ospitandoci. Ma nonostante tutto si percepisce un senso di nn dover mai abbassare la guardia e sperare di avere fortuna. 
L'arrivo a Quito difficilmente poteva essere migliore, alle 5.30am mamma Rosa e le sue figlie ci invitano a casa loro per colazione, e dal cassone del loro pick up, con un arietta che ci pela il coppino, ci godiamo l'alba sulle montagne circostanti. Il primo incpntro con le Ande é sempre particolare, ma anche succesivamente fa davvero impressione trovarsi una citta a quasi 3000mt di altezza e delle montagne di fronte che anche ad occhio superano alla grande i 6000. 
Tutta la famiglia si riunisce attorno ai nuovi 3 ospiti italiani, il loro calore e la loro ospitalità sono da manuale. Offerte di cibo, doccia, una camera dove riposare, accesso ad internet, giro della città e vista diretta sul Cotopaxy Nevado. 
Se una nuova avventura doveva cominciare in Ecuador, beh non poteva farlo nel migliore dei modi, l'unico maniera che abbiamo per sdebitarci é quello di offrire ció che di meglio sappiamo fare. La famiglia è vegetariana e di grossa taglia, quindi abbiamo cominciato con paccheri alla carbonara di zucchine, lasagna di verdure, pancake, tortino al cioccolato fondente, ecc...
Loro rispondevano alle ns attenzioni con cene ai migliori risto della città, succhi di frutta fresca appena raccolta e gite fuoriporta. 
Dopo quasi  una settimana di permanenza nella loro bellissima casa, decidiamo che è giunto il momento di proseguire, ma a volte sembra più semplice a dirsi che a farsi. Rosa sembra essersi affezzionata tantissimo e tutta la famiglia ci esprime il suo rammarico nel vederci impacchettare i ns zaini. Dopo mezz'ora di saluti con loro che quasi piangevano, decidono al volo che ci avrebbero accompagnati in quel di Quilotoa, un paesino sperduto nelle montagne dove avevamo deciso di andare per disintossicarci dalla città. E quindi partiamo noi, loro e la famiglia del moroso di una delle figlie....insomma tutti dovevano avere il piacere di conoscerci, e tutti davvero erano felici di farlo...
Inutile descrivere quanto piacere queste piccole attenzioni facciano dopo mesi di lontananza dalla famiglia. E nemmeno quanto tutto questo faccia molto atmosfera di viaggio.
Dopo essere arrivati in quel di questo paesino andino, non servirono neppure sguardi tra di noi. Le persone avevano gli sguardi di quelle nei documentari, i colori dei loro vestiti tipici dei popoli delle ande che ci si immagina di incontrare in un viaggio come il nostro, il villaggio costruito di mattoni di terra cotta al sole sulla cima del cratere di un vulcano con al centro un lago di un azzurro incredibile e due arcobaleni che partivano dal suo centro e toccavano il cielo con un dito. 
Non potevamo non voler rimanere per lanciarsi nel primo trekiing ecuadoregno, con un po' di dispiacere per l'ottima compagnia che avremmo dovuto salutare, ma eccitati dal luogo mistico, e dalla nostra stanza riscaldata da una stufa a legna che dopo aver mangiato una zuppa di quinoa e spinaci ci sembra quasi un miraggio.
Camminare ed arrampicare per ore sulle ande ad altezze inusuali può rivelarsi più arduo di quanto si creda, dio bello io non ero abituato a camminare e mi sembrava di schiattare ad ogni passo, ma dove andavano gli altri andavo anche io. I viaggiatori che incontravamo erano tutti lanciatissimi, chi veniva solo per il trekking, che la macchina non la voleva prendere ed i piedi erano l'unico mezzo in considerazione....e chi come me ascoltava e faceva finta di essere uno di loro. 
A volte, mi ritrovo nella situazione in cui un gruppo di viaggiatori si ritrovano nel lounge di un ostello, ed ognuno di loro si lancia nel voler essere il più cool di tutti. Pompano storie che sembra quasi siano i primi ad essere arrivati in quel luogo, gli unici a camminare per quelle vie. Poi a distanza di qualche giorno ci si ritrova sempre negli stessi luoghi, nesuno cerca qualcosa di veramente nuovo. Se la guida dice di andare a dx si va tuttti a dx, se opta per la sx allora ci si ritrova tutti a sx. Non rimane più molto da scoprire a livello di informazioni. E dove non arriva la guida, basta digitare: "cosa fare in ecuador?", "come arrivare in quel posto?".
Ed ecco un mondo che ti si apre, che segue una linea predeterminata e che passa sempre nei medesimi luoghi di maggior interesse. 
Mentre guardo il fuoco m'incanto a pensare a come da li a qualche giorno, passerò dal camminare per ore sulle ande, allo nuotare per ore sulle onde. Infatti ormai la nostra destinazione é chiara come il sole che si nasconde tra le nuvole che al momento ci massacrano di pioggia. 
















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