sabato 8 novembre 2014

Andare o non andare in Colombia?





 



"Cosa vedere in Colombia?"
"Dove andare in Colombia?"
"Cosa fare in Colombia?"
"Quanto é pericolosa la Colombia?"
"Si può viaggiare in colombia"
"What to do in Colombia?
 
Queste solo alcune delle mie domande a google nel momento in cui ho realizzato che sarei atterrato di li a pochi giorni in quel di Bogotá.
Non avevo mai sognato di andare in america latina, non che non lo avessi messo in programma, ma ho sempre considerato molto di piú i paesi asiatici. Un sacco di amici mi raccontano di come sia fantastico girare il sud America e di che persone fantastiche si possano incontrare, altri mi mettono in guardia su tali e tanti pericoli si possano incontrare lungo le sue vie. Sono come un turbine di senzazioni inversamente abili, ma come al solito la prendo con filosofia. Mi  sono sempre detto che se mai avessi viaggiato da quelle parti, avrei evitato di addentrarmi in stati come il Venezuela o la Colombia, dove di storie se ne sentono ogni secondo e non sono tutte splendide. Tra guerrigle, ribelli e narcotraffico nella mia mente si era come solidificata la convinzione che alcuni paesi necessitassero ancora un pó di tempo prima di essere pronti al turismo, dall'altra parte sorrido all'idea di come sia frustrante viaggiare in un luogo dove le uniche persone che si incontrano sono turisti che si trascinano lungo le vie dei medesimi luoghi. E quindi, riponiamo i pregiudizi nel cassetto e viviamo l'avventura cosi come viene . Modalitá low profile, vestiti di seconda mano e zaino in spalla ci tuffiamo nel caos della capitale colombiana. Ricordo bene il primo approccio dopo tre minuti che eravamo nel bus per il centro, quando un ragazzo mi avvicina chiedendomi di dividere il costo della ricaricabile per il bus veloce verso il centro. D'istinto stavo per rispondere negativamente xche m'immaginavo giá questo che voleva fregarmi dei soldi, ed invece con non chalance gli ho detto che non ci sarebbe stato alcun problema. Davanti alla biglietteria, appena intuito che eravamo disposti a dividere il costo della targhetta, subito un paio di signore si sono aggiunte ringraziando a gran sorrisi, ci siamo quindi ritrovati a passarci di mano in mano questa schedina elettronica da un paio di dollari divisi in cinque. É stato come se quella circostanza abbia voluto mettermi alla prova, dandomi l'onore di testare subito il polso ad un popolo che sente sulle spalle il peso di quel che sembra voler essere il suo passato.
Bogotá ci accoglie nel migliore dei modi. Ovviamente dormiamo in un ostello della zona Candelaria, che dopo la settimana di appartamento nella Trump Tower a Miami mi sembra una bestemmia. Ma la sua atmosfera é contagiosa e la capitale é davvero stimolante. Piccole piazzette, musica e gente sorridente, mentre si fa mezzogiorno scelgo un risto e mi ritrovo a parlare di cibo biologico a km 0 con lo chef. Sicuramente ciò che sorprende in un viaggio é anche ciò che si ricorda con piú piacere e bisogna essere onesti a dire che tutte le piccole cose che ci hanno guidati tra i vicoli del centro, dentro ai musei e fino in cima al Monserrate, sono state la prima sorpresa di questa Colombia dall'orgoglio calpestato ma che vuole a tutti i costi riscattarsi.
Nonostante le cose da vedere in una città di tali dimensioni siano infinite, ci accontentiamo di aver assaggiat il suo calore e  cominciamo la ns discesa verso la zona cafeteira, dove incredibilmente troviamo un'atmosfera unica ed amichevole. Tutti i ns pensiari sugli scippi e i rapimenti vengono cancellati dai sorrisi e dalle cortesie del  degli abitanti di salento. Qui arriva anche il ns primo tocco alle grandi camminate, o meglio a noi che di camminate nn siamo soliti, le 5/6 ore di passeggiata tra valli e montagne,  la zona del Cocora e quella delle farm del caffé, ecco non sono  del tutto semplici, ma assolutamente gratificanti. 
Tra altitudini da capogiro, fiumi e foreste, palme che crescono in cima a delle montagne e menú semplici ma ghiotti, ,le ns giornate volano via come il vento. Dopo qualche prova, decidiamo anche che tutti gli spostamenti che faremo saranno via bus. L'organizzazione é assolutamente ottima ed i mezzi comodi. Solo di tanto in tanto si trova l'Hamilton delle montagne che ti tiene con i piedi puntati e le chiappe strette xche gli piace scorrazzare ad alta velocitá tra le curve e sorpassare qualunque cosa cosa gli si presenti davanti, senza molto curarsi di chi sopraggiunge di fronte. Gli autobus colombiani sono di certo un'esperienza ma non si può dire non siano comodi e poco organizzati. Inizialmente mi immaginavo stradine anguste tra le montagne altissime e  mezzi sgangherati che cercavano di resistere dal finire giú per un precipizio. Invece il sistema è molto semplice, è un'equazione matematica:
Il bus sta alla Colombia come gli aeroporti stanno all'Europa.
C'è un gancio per qualunque luogo. Ovunque decidi di smontare, c'è un mezzo piú piccolo che ti porta da un'altra parte ed uno ancora piú piccolo che ti accompagna sotto casa. I prezzi sono davvero convenienti, piú o meno si spende un dollaro americano per ogni ora di viaggio. Da far presente cmq anche la convenienza dei voli nazionali. Ce ne siamo resi conto subito, ma se per caso non doveste avere molto tempo, ci sono compagnie tipo la VivaColombia o Avianca, che vi portano da una parte all'altra dello stato per meno di 40$. Cosa che invece non succede per i voli internazionali  diretti ad un altro stato del sud America. Sembra incredibile ma un volo nazionale appunto non supera spesso i 50$ ed un bogotá-Quito puó costarne anche piú di 600.
Il ns programma continua nei suoi spostamenti, un paio di giorni in ogni dove fino al bus che ci fa raggiungere Cali. Dove secondo i ns calcoli dovremmo incontrare anche l'amico Matteo Rossato proveniente da San Gill.  La cittá non si presenta come una delle piú ospitali, il sud della Colombia non vienen descritto dalla ns Lonely Planest come un "must to see ma fortunatamente capitiamo senza quasi volerlo in un ostello fatto su misura per intrattenerti in ogni momento. Free salsa lesson, free yoga, colazione a buffet inclusa, piscina e scorrazzate notturne tra i locali animati di musica latina. Scopriamo con ns sorpresa che Calì viene considerata come la capitale mondiale della salsa e che un mondo incredibilmente animato ruota ovviamente attorno ad essa. Nonostante girare da soli per questa cittá non ti faccia sentire nel luogo piu sicuro al mondo, ci addentriamo tra le sue vie alla scoperta di tutto quel poco che può offrire, e riusciamo a sfruttare al meglio questo, stop lungo la via per l'Ecuador.
Sono sempre il primo che si sveglia al mattino, non riesco mai a dormire piú delle mie 6/7 ore, esco dalla stanza e mi stendo sull'amaca davanti alla piscina quando suona il campanello dell'ostello. Un altro viaggiatore che arriva con il bus notturno...mi sposto per guardare e ed ecco la testina rasata ed il sorriso dell'amico Matteo. Ci eravamo giá incontrati un paio di volte negli scorsi anni ma era dall'Australia che nn si viaggiava insieme. Non servono momenti di acclimatamento o discorsi vari, mettiamo subito a confronto le intenzioni di viaggio, le direzioni, i tempi e disegnamo una stima approssimativa di viaggio di un mese da fare insieme tra le montagne dell sud della Colombia, le altezze dell'Ecuador fino alle sue coste e giú sino in Perú a caccia di onde. Il tutto non poteva cominciare nel migliore dei modi, lui che si lamenta perché l'ho fatto venire nell'ostello più costoso che in cui sia mai stato in sud America (12$) ed io che lo trascino tra il buffet della colazione e le lezioni di yoga e salsa.  Un paio di giorni volano e  nonostante il tempo trascorso dall'ultimo viaggio insieme, nulla é davvero cambiato, incrociamo le ns esperienze e facciamo tesoro di quelle altrui per proseguire ogni giorno alla ricerca del ricordo perfetto o della foto da cartolina.  Con un po' di rammarico per non averci dedicato più tempo salutiamo la Colombia e saltiamo sul bus che in "sole 20 ore" ci porterá alla volta di Quito, Ecuador.