sabato 26 ottobre 2013




Con grande piacere vi informo che una passione per gli sport estremi, ed in particolare gli sport d'acqua come il surf ed il kite, si sta lentamente trasformando in un'espressione creativa che andrà a toccare la street fashion e la realizzazione di tavole da surf e skate custom line. Siamo solamente agli albori, ma l'entusiasmo è alle stelle. A presto vi aggiornerò sul lancio dei primissimi prodotti marchiati UZIWA.

I'm glad to inform you that my passion for extreme sports, particularly water sports like surf and kite, is gradually becoming a creative expression of street fashion and custom line skates and surfboards.
I'm only at the first steps, but my enthusiasm is making me high.
I'll be soon back to you with the launch of the very first UZIWA products.

#uziwa #surf #skate #kitesurf #ocean #streetfashion

giovedì 12 settembre 2013

Portugal....The Difference in Between!






Alla prima vista di una schiumetta bianca che percorreva la sua via fino alla sabbia, la stanchezza si é volatilizzata.

Settimane di lavoro intense, la consapevolezza che questo sarebbe stato un viaggio che precedeva un anno molto importante di impegni programmati ed inevitabili cambiamenti. 

3000km percorsi a bordo della ns Camperina detta "ciccia baffetta" ....  con l'unico abiettivo di arrivare li...nell'ultimo spot surfabile prima dell'America.

Il viaggio è stato uno spasso, aver scarrozzato da una parte all'altra dell'Europa dei perfetti estranei che avevamo conosciuto tramite blablacar, ha reso piú leggero e confortevole tutto il malloppo di ore di guida che dovevamo sobbarcarci. Personaggi simpatici e divertenti. Come ai tempi dell'australian trip mescolavamo esperienze e storie di ognuno di noi, scandendo i ritmi di viaggio a suon di risate e mangiate. 

Un playboy di Gorizia disoccupato per scelta, un ragazzo polacco che viveva in italia da due anni ma nn spiaccicava una sillaba di italiano, una reggiana tascabile sempre sorridente e la mia ormai immancabile compagna Alice (detta Cachorra in seguito alle sue performance surfistiche) ... Dopo 3 giorni di viaggio con 40 gradi ... arrivati a Valencia il sindaco ci ha accolti con l'award winning per il camper piú puzzolente della storia. Coincidenze della vita fanno in modo poi che una volta salutati i ragazzi che arrivavano lì alla loro destinazione, alcuni amici spagnoli ed italiani mi contattano invitandoci nello stesso locale per un aperitivo, ed ecco come nascono serate divertenti. Dove tutti finiscono a casa sorridenti ed ubriachelli, soprattutto dopo aver scattato qualche foto accanto ad Alice che era diventata un mito per un super tifoso di calcio al tavolo con noi, che considerava Paolo Rossi il più grande giocatore al mondo. Quando gli abbiamo detto che il padre dell'Ali si chiama Paolo Rossi, credo nn scorderò mai più la sua faccia...sembrava avesse visto la Madonna. Mentre con i telefonini li fotografavamo , era tutto compiaciuto che avrebbe potuto vantarsi con gli amici!!!! Tutti a ridere e far festa lungo le strade di Benicassim... 

L'indomani recuperiamo la ns compagna di viaggio Maria, un'amica della Cachorra che aveva voglia di imparare a far surf. La prima lezione l'abbiamo fatta lungo i pendii delle colline che si susseguono una dopo l'altra nel tragitto da Valencia a Tarifa. Il ns motto era di ripetere a se stessi, che prima di fare surf, bisogna essere surf.
In mezzo a mille kite ho buttato in acqua la prima tavola personalmente costruita con la collaborazione di quel selvadego di Andrea...e la mary ha avuto il suo primo assaggio....bestemmie da dx a sx in tutte le lingue da svariati kiter ed istruttori che urlavano di togliersi...quella è una spiaggia solo x kite!! Insomma abbiamo incontrato i local del Kite...che di li a poco ci guardarono far surf mentre il vento si affievoliva inesorabilmente....karma i'd say...

La Ciccia Baffa scalpita e come un ronzino inarrestabile dopo una serata di bagordi e peperoni ripieni, ci rimettiamo in viaggio con l'intenzione di arrivare alla fin du vecchiu mundu!!!

Finalmente raggiungiamo l'Algarve e dopo qualche tentativo di veder le spiagge bellissime dell'isola di Tavira, Al bufeira e Zavial....Sagres arriva come una benedizione sulle nostre pinne! 
Piccole ondine divertenti che ci tengono in acqua fino al calar del sole....sembrerebbe una frase fatta, un'immagine scontata...il surfista in mezzo alle onde con il tramonto sparso dietro di lui...ma x chi siede in mezzo all'oceano, appoggiato su quel liquido scuro e traslucido che con le colorazioni del sole che se ne va, sembra quasi oleoso....morbido ed estremamente accogliente. Ti sembra di esistere nell'unico posto dove saresti voluto essere....e a questo punto, in maniera quasi ricorrente direi...mi chiedo se riuscirò mai ad essere un attore abituale di questi film. Mi sale un po' d'ansia al pensiero....respiro lentamente insieme a Nettuno, lo seguo nel suo ritmo....e mi convinco che tutto sia possibile....poi lui manda una delle sue onde a prendermi...e di nuovo...mi sento a casa.

Troviamo immediatamente un feeling con il viaggio che si compie davanti a noi, esploriamo le spiagge di questo posto così scenicamente sorprendente. Forse mi aspettavo un ambiente più ricco e turistico o non lo so, fattostà che la gente non mancava in acqua ma sembrava sparire lungo le strade ed appena girato l'angolo delle spiagge principali. Le notti fresche e silenziose sui bordi delle scogliere o in mezzo le pinete si susseguivano voraci dei nostri giorni, mentre le maree scandivano i ns ritmi biologici come fossimo entrati un uno stato ipnotico. 
Non abbiamo mai incontrato condizioni eccellenti di surf, ma siamo scesi in acqua quasi tutti i giorni con condizioni talvolta più che buone. Amado e Corduama diventarono le ns case, Villa do Bispo ed il suo mercato municipale, il luogo dove andare a recuperare provviste. Il piccolo panificio della piazza diventò presto il ns fornitore ufficiale di Pastel de Nata e Bolo de aroz.  

Le sguardi dei surfisti cambiavano a seconda delle maree e dei luoghi in cui si andava. Attraversando Carrapateira ti accorgevi di famiglie intere con tavole al seguito e ragazzini super affisicati sorridenti che entravano in acqua a flotte. Nei parcheggi di Amado invece avevi più la sensazione di una partita a scacchi. Intanto bisognava parcheggiare, e quando parli di spagnoli e portoghesi in vacanza, che si spostano con qualsiasi cosa che li possa contenere insieme alle tavole da surf, cani, bambini e un materasso, la cosa potrebbero far impallidire chiunque. Una volta riuscito nell'impresa, sapevi che fino alle cinque del pomeriggio non ti saresti più mosso di li (xche nn ne uscivi più con la macchina) e quindi imperturbabile ti mettevi calmo a scrutare la marea. 
Uno dei posti più falsi al mondo, da fuori sembrava sempre essere piccolo, le onde risultavano morbide e schiacciate alla vista, ma quando decidevi di fare il passo di entrare, ti accorgevi che piovevano bombe da tutte le parti. Bisognava usare il meglio delle tecniche di duck diving e assecondare le rip per riuscire ad uscire indenni. Il bello era che una volta in line up, con tanta difficoltà ad uscire ovviamente la selezione aveva portato li con te solo i migliori. 
Ci ritrovavamo sempre noi. Il Bagnino pelato, Barbetta con la fish verde, Lo spagnolo urlante, Il nonno mascherato (dal suo strato di crema bianca in faccia), ecc...
Era la solita stupenda realtà, dove ci alzavamo all'alba con il mare glassy e surfavamo fino alle 11 quando arrivava la massa....e poi rientravamo alle 4 mentre guardavamo l'oceano incazzarsi per il tramonto e tutti rientravano lentamente verso le loro case. 

Abbiamo fatto avanti ed indietro in lungo ed in largo per tutta l'Algarve, passato serate a Lagos e Sagres...cercando ristoranti carini e mega divertimenti....abbiamo bevuto, ballato e conosciuto bella gente anche grazie alla compagna surfista Gemma, longboarder di Padova che prenderà posto con noi nel viaggio di ritorno verso Padova. Ogni notte...con il sorriso beffardo di chi sente di aver vinto alla lotteria, ce ne tornavamo al camper sereni. 
Tutto quello era bellissimo...ma il mio viaggiare è più vicino a qualcosa che non si rispecchia la comunità. Lo so da tempo di amare cose semplici, anche se mi ostino talvolta a volerle complicate....guido nella notte con una canzone dei sex pistols in canna ed un hamburger che mi riempie lo stomaco. Seguo le ombre lungo la strada, con gli occhi che stentano a rimanere aperti mentre cerco un posto isolato dove poter sostare. 
Creo il deserto che tanto amo. Mi ci immergo, spesso Alice mi chiede a che cosa penso in quei momenti di silenzio....per lei è impossibile non pensare a niente...o forse non le piace il silenzio...ma io lo adoro. Sorridente mi invento qualcosa di carino da dirle per non sembrare vuoto. Lei fa finta di crederci, ed incassa il complimento. Infondo le donne sono sempre qualche passo avanti a noi...ma se non la consideri una gara tra i due...beh rischi anche di starci bene insieme.
Diventa un qualcosa, una sensazione che ti accompagna nei tuoi momenti migliori.
Come quando decidi di comprarti la tua prima tavola da surf nuova, quella proprio dei sogni più stellari, o quando scendi da un picco verde smeraldo con lo spagnolo urlante che ti incita  gridando "Buenaaaaaaa". 
Lei è sempre li...appena dietro di te che sorride...ha visto tutto e con te ha deciso di condividerlo. Ha scelto di lanciarsi in mezzo al tuo mondo...che a differenza di altri, non ammette bugie o ripensamenti. 
Non si scende in acqua se non sia ama questo sport...le cose la fuori possono sempre mettersi parecchio male in meno di un secondo...esisti solo tu, le tue braccia e quel silenzio che ti sei creato per scacciare ogni paura.... 
Ecco perché noi surfisti siamo una tribù....facciamo a gara per rubarci un'onda...nessun altro al mondo penserebbe mai di guadagnare qualcosa da quel furto.







domenica 3 febbraio 2013

Sick Surfer






Sembrano mesi, quelli passati ad esplorare le terre desertiche del Central Morocco. Un susseguirsi di immagini che nn si sono mai fermate sotto i nostri occhi, piccole esperienze di vita che senza accorgersene finiranno x mutarne il percorso.
Un misto tra felicità e trauma, quando al bagliore tenue delle ultime luci del giorno osservo il rossore del cielo rispecchiarsi sul profondo oceano. Non riesco a descrivere a parole quello che provo.
Ogni volta che affronto un viaggio rimango sbalordito dalla quantità di sensazioni che mi arrivano quando nella mente si fa largo la possibilità che potrei incontrare delle onde ed avere ancora il tempo di lanciarmi su qualcuna di esse. 
Purtroppo qui in Marocco le giornate sono cortissime, il sole prende il cielo alle 7.30am e lo abbandona alle 6.15pm, lasciando una spiraglio di luce che si affievolisce sempre di più dietro l'orizzonte. Dopo aver passato gli ultimi giorni con mamma ed averla scambiata a Marrakech con la mia donnina del surf, sono bello lanciato verso settimane di surf intenso. Le mareggiate vanno e vengono ed usando un pizzico di malizia e di esperienza riusciamo ogni giorno a scendere in acqua divertendoci come bambini con il loro gioco nuovo. dati gli incredibili progressi di Alice, nn ci facciamo mai grossi problemi sul dove andare a surfare e nemmeno sul tipo di onda che andremo ad affrontare. Sono appagato dalle mie emozioni tra surf, sole e mangiate epiche.  I ristoranti, le pasticcerie ed i mitici parcheggiatori di ogni spiaggia che sono sempre li ad aspettarti con delle super mega donuts fritte ed unte, l'unica cosa al mondo che un surfista affamato desidererebbe appena conclusa la sua session.
E' il primo paese questo dopo l'Australia che mi lascia davvero senza parole. Le persone, gli scenari, il cibo, l'umanità, la cordialità, il tempo che sembra essersi fermato ed i profumi che ci accompagnano in ogni dove senza mai prevalere sui nostri sensi. 
Ho come la sensazione di essere un fossile, cosi piccolo nei miei pensieri e povero di fantasia che non avevo mai considerato questo posto prima d'oggi. Ci sono momenti in cui mi sembra di apprezzare quei luoghi nn abbastanza per esserne all'altezza, momenti per i quali vivo e che credevo poter trovare solamente dall'altra parte del mondo. 
A 3 ore da quella che oggi chiamo casa, sto correndo sulla pancia di un'onda che sembra un disegno perfetto della natura. Nn credo scoprirò mai chi è il vero artista, tra il surfista che con le sue abilità celebra il respiro del mare e la natura che di sua mano disegna quel tracciato perfetto. Ho pensato mille volte a cosa si possa provare a correre in macchina, con il bob, sugli sci, in bici....pochissime azioni che un uomo o una donna possono compiere si avvicinano alla reale sensazione che si prova quando si è in grado di percorrere un tracciato vergine....un percorso sul quale nessuno a messo piede prima....del quale nulla ci conosce se non la teorica direzione...quando vieni spinto da quella formazione carica di energia che nn ha assoluto bisogno di te per compiersi nel suo percorso di vita....ecco che in pochi millesimi di secondo devi imparare a corteggiarla. 
La vedi spuntare all'improvviso tra le tante,  già sai che quel primo sguardo è l'istinto che devi seguire. Ti procuri con forza la posizione che serve per trovarsi lungo il suo percorso, la osservi mentre comincia a rosicchiare le rocce dandoti una direzione da seguire e senza pensare ti lanci tra le sue braccia. Sai bene che il suo abbraccio potrebbe diventare un morso, ma pur rispettandola, sfoghi leggero sul suo ventre tutta la forza del tuo equilibrio e delle tue intuizioni. Migliaia di anni di onde che ai più potrebbero sembrare tutte uguali....pochi secondi per capire che ognuna di loro protegge se stessa con diversa personalità. Ti fa ballare la tavola sotto i piedi quasi quasi volesse strappartela via, ti urla addosso al minimo errore, se rallenti si avvicina con forza gonfiandosi e nascondendoti al sole. Probabilmente è quello il momento nel quale capisci se è scoccata la scintilla, quando il sole si nasconde e sembra lontano, proietta sul viso una luce verde mentre incredulo ti guardi attorno e c'è solo lei. Se sei fortunato di uscir bene da ognuna di quelle relazioni e ti fermi a pensare ti rendi conto che in natura poche cose si chiamano come te. Nella civiltà potresti essere un maniaco ossessivo, un drogato, uno con la sindrome di Peter Pan...nel mio mondo...you are just sick man!!!
Poi alzo gli occhi e mi ritrovo durante la mia ultima session marocchina al tramonto, pochi intorno a me, nessuno di quelli che vorrei....mi faccio trasportare dai ricordi e dalle emozioni, penso alle piccole abitudini che mi son creato....la colazione in quel posticino fantastico, lo yogurt dell 7pm alla pasticceria in town, le mute che pendolano dal bagno dopo la doccia e la caldaia che sembra esplodere ogni volta che si accende l'acqua calda...guardo i miei piedi in trasparenza nell'acqua che comincia a risucchiarmi verso il largo....con il sorriso di chi sa di realizzare un sogno abbraccio di nuovo quell'evento d'onda e scopro che tra la la schiuma ci sono le uniche due persone che avrei voluto vedere li con me...Davide ed Alice...

P.s. vi ringrazio perchè senza di voi nn avrei avuto la forza di realizzare ciò che ho fatto a douxe ed a La Source, l'energia che mi trasmettete è la benzina per la mia concentrazione.

lunedì 28 gennaio 2013

Avec ou sans sucre?







Talvolta quando si viaggia sembra che tutto combaci alla perfezione, ed increduli rimaniamo estasiati da ciò che riusciamo a fare nel mentre...tutto ci riesce e la fortuna è spesso accompagna. La mia teoria è che ogniuno di noi è in grado di fare ciò che vorrebbe, solo pochi decidono di farlo....per paura, comodità o altro....da quando ho deciso di viaggiare indipendente, nn ho mai conosciuto qlcno senza dubbi, paure o piccole ansie da affrontare...al contrario credo che chiunque intraprenda un gioco nuovo debba per forza mettere a dura prova tutte le sue abilità, rendendosi poi conto che tutto quel che si pensava prima forse di vero ne mantiene solo una piccolissima parte, ma che quel che hai visto in quei momenti è l'unica visione che caratterizzerà un luogo. Ecco credo che in mille giri di parole questo sia quello che è stato per me il deserto. Tra kasbà, oasi sperdute e dune di sabbia soffice come borotalco ed il tempo che sembra essersi fermato. Non solamente in senso lato, per gli abitanti di questo paese siamo nel 1434. Volti perlopiù coperrti, asinelli, datteri, fuochi e un sacco di curiosità da parte dei bimbi, nessuno tra i tuareg chiede o pretende soldi, al max ti invitano dentro le loro case, "solo per vedere" dirano simpaticamente ed una volta entrati verrete cicondati di sorrisi, attenzioni e consuetudini appartenenti ad un mondo che ben conosciamo, quello del commercio. "Avec eau sans sucre", con o senza zucchero? chiedereanno prima di far partire la trattativa tra tappeti, gioielli e qualsiasi cosa possa essere utile per un sereno vivere. Ho comprato gioielli da un ragazzo in cambio di qlche pillola di ibuprofene, bevuto un the con un capo tuareg che visto gli scarsi risultati nel vendermi dei  tappeti mi ha chiesto se gli lasciavo mia madre in cambio di un paio di bauli d'argento, camminato con Omar tra le rovine di un villaggio senza nome e lasciato ad una ragazza di quel posto della tachipirina per il padre malato e dei datteri di Zagorà comprati il giorno prima al prezzo di una maglia di H&M bianca e con un buco. Attrverso la via dello zafferano,  ho poi seguito il sole che tuffandosi dietro l'orizzonte mi ha portato dall’oceano mare.

    

La pirite nella borsa, tra Marakech l'ATLAS e la Valle del Dra







Per la prima volta arrivo davvero con il fiato corto ad un viaggio. Il lavoro è stato pesante in queste ultime settimane, e nn vedo l'ora di concedermi un pò di ferie dai clienti. Ancora una volta la mammina si unisce a me per il Moroccan tour, Alice invece mi raggiungerà dopo Natale. Anche quest'anno ho preso la mia dose di critiche per nn festeggiarlo a casa con la famiglia e meritato il soprannome di "Senza Dio".

Sorrido all'idea mentre tolgo la parafina vecchia dalla mia tavola da surf...le scorro le mani attorno, e sento che anche per lei il tempo comincia a passare. Non ho il tempo di realizzare che sono in vacanza fino a quando nn mi trovo stipato come una sarda nell'aereo più aromatico del mondo, tratta Milano-Marrakech.

Durante il volo me la intendo subito con un paio di ragazzi troppo simpatici e la mia visione limitata dei Marocchini che spacciano all'arcella di Padova si espande e svanisce. Rimane limitatissima invece la sopportazione per quella dei punkabbbbestia. Giusto nella fila di fianco un paio di sorelle italianissime con i loro bambini che poveretti nn avevano colpe. Vestiti con degli stracci mai lavati. Così sporchi e puzzolenti che era quasi impossibile stargli vicino. Con tutti quelli che c'erano nell'aereo questa mi si mette anche a questionare xchè uso il telefono e nn crede che esiste la modalità "uso in aereo". Prima che potessi risponderle il mio nuovo amico Karim, mi sussurra: "La mamma dei rompicoglioni è sempre incinta!!!"

Mi son messo a ridere che tra un pò me la facevo addosso. Date un paio di risposte secce alla punkettara ubriaca e dormito a bumbazza con la musica della mia nuova playlist studiata apposta x questo viaggio.

20°c ci accolgono all'arrivo, clima secco, cielo stellato...e sdra dran subito partono 1500 euri di cauzione inaspettati per sto furgoncino che ho noleggiato x far abitare le tavole. Marrakech è più semplice del previsto da girare, dove mi aspettavo un casino incredibile ho trovato solo gente tranquilla e piuttosto pacata alla guida. Dove immaginavo cartelli in sola lingua araba o berbera, ecco spuntare super tantissime segnalazioni in francese. Mando in panico la vecchia quando le indico la viuzza del Rihad in cui allogeremo. 4 persone ci assalgono per aiutarci a parcheggiare e l'oste ci aiuta a scarrozzare i bagagli. Giù per la via più stretta del mondo, 1 euro ad un poveretto x controllare la macchina tutta la notte e via a piedi sotto una galleria...appena si spalanca la porta siamo catapultati dall'inferno al paradiso. Lo stile marocchino si esalta alla massima potenza a "La porte rouge rihad". Godiamo del nostro primo the alla menta e una volta lasciate le valige ci lanciamo nel mezzo della Djemma El Fna. Stanchi ma uno spettacolo!!!! Un sacco di ristorantini più o mrno uguali a prima vista, tentano di persuaderti x entrare a mangiare qlcsa da loro...ovviamente bisogna nn lasciarsi impressionare, ma gli amanti del cibo di certo nn avranno grossi problemi. Un consiglio: provate le lumache cotte nel the alla menta, la testa di capra stufata e il divino the alle spezie servito con scaglie di farina cotta alle spezie e mandorle. Il mattino seguente alle 8 abbiamo già una deliziosa colazione in pancia e ci avviamo direzione deserto del Sahara. Fa figo da dire ma ragazzi miei, arrivarci davvero è una piccola odissea. Non avendo un programma mi ero preposo che ptevo arrivare ad Ouzazarte, cittadina di svincolo tra la deirezione che porta verso la valle del Todra e quella del Drà. Attraversando l'ATLAS siamo spettatori increduli di quanto avessimo sottovalutato le risorse, la bellezze la cordialità delle persone di questo paese. Villaggi su villaggi si susseguono arroccati sui nevosi pendii cmq aridi. Ogni tre curve un venditore di pietre fossili, di acqua, ceramiche, braccialetti....a km e km di distanza dalla civiltà persone che spuntavano da pendii scoscesi, che camminavano lungo la strada dirigendo verso dove nn sapremo mai....case e paesetti che costruiti con pietre e fango del posto stentano a fasi riconoscere tanto che si mimetizzano. Arriviamo a più di 2000mt di altezza e svalichiamo concedendoci soste e una gran bella visita alla Kasbà dove hanno girato il film il Gladiatore ed Il Paziente inglese. Inutile dire che a me sti pastorelli che a colpi di piccoli passi portano le loro pecore in giro x il Marocco, si fermano a dormire ovunque ci sia un riparo dal sole e ti sorridono alla sola idea di conoscerti magari offrendoti anche qualcosa di loro proprietà barattandola con qlcsa di tuo....nn vogliono soldi...ma scape e magliette.Tutto mi fa rivivere ciò ce Coelho scrive nell'Alchimista...e mi compiacio di esserci. Passata la notte in città dove tutto vive sospeso in un'atmosfera quasi surreale, dopo qualche consulto con le persone del posto viene a decadere la mia prima idea di dirigermi verso l'Erg Chebbi...500km di poco niente, nella direzione opposta al mare. Parlo con un giovane Tuareg e con un fabbro riparatore di teiere, e partorisco il piano B. Dirigere verso M'Hamid, ultimo avamposto prima del deserto dell'Erg Chigaga; attraverso la valle del Drà delle sue Kasbà e dei suoi datteri da sogno.

Le strade sono tutte più o meno in buone contizioni, il nostro furgoncino con le tavole dentro scorre sbilenco e annaspante lungo le curve attoriate da incredibili scenari simili alla route 66 o ai grand Canyon. Spero di arrivare a Zagora nel primo pomeriggio senza perdere troppe cose x strada, perchè nel frattempo mi cresce anche la malsana idea di fermare al volo una dei 4x4 che da li partono per tramonti e notti nel deserto. Se nn si prenota ci sono davvero poche chance di trovarne una. Il viaggio con la mammina è alquanto interessante, infondo ci conociamo abb bene per concederci i ns spazi e a volte mi rendo conto che crescendo ho costruito delle abitudini che si possono definire più delle piccole manie...ci ridiamo su a vicenda prendendoci un pò in giro. Ogni tanto salta fuori un messaggio dell'Alice che ho volontariamente lasciato a secco il primo giorno per poi cercar di creare in lei un senso di esser ormai già qui con noi. Vedremo come se ce la farà anche stavolta.

Quello che nn ti aspetti in Puglia...shhhh nn fatelo sapere in giro









Nel mentre aspettiamo di raggiungere le prossime vacanze invernali nn riesco a rimanere fermo a guardare, sfrutto la bicicletta, il mio fisico, le uscite con gli amici ed il lavoro che ultimamente mi fa venire la forfora in testa. Come regalo di compleanno abbiam pensato bene di far arrivare un bel camperino e di li in poi i week end non sono più stati gli stessi. Viaggiare con casa mobile mi mancava come l'aria, potrei anche dormire in giardino, ma dentro la cellula del camper tutto prende un'altra dimensione, tutto diventa a portata di mano. Il primo week end di novembre è proprio questo feeling che ci porta ad imboccare l'autostrada e dirigere verso la Puglia. La ns meta: Giovinazzo City.

Abbiamo guidato quasi tutta la notte alternandoci io ed Alice, che per la prima volta guidava un camper,  si è cuccata 300km di pioggia intensa ed autostrada a 2 sole corsie causa lavori. Praticamente dalla cellula letto potevo dare il 5 ai camionisti che ci sfrecciavano a fianco tanto che doveva passarci vicino.

Il pensiero era abbastanza fisso su ciò che avremmo trovato davanti a noi di li a qlche ora. Stiamo andando a trovare due amici conosciuti l'estate scorsa in Indonesia, in coincidenza di un week end lungo di probabili forti onde. Ecco che quello che doveva essere solamente un momento di surf, va via via trasformandosi in un'esperienza di quelle mistiche. I ragazzi ci accolgono come diremmo qui al nord "alla terrona". Cioè come noi nn sapremmo mai fare con persone che si conosce appena. Mi casa es tu casa. Avvolti in questo meraviglioso uliveto che lasciava a malapena lo spazio per farci passare il ns mezzo, approdiamo davanti a quella che probabilmente è la casa del surf più cazzuta che abbia mai visto qui in Italia. Un bellissimo pergolato con le tavole impilate a seconda della taglia, tavole vecchie sparse in giardino, mute ad asciugare al sole e 25°c al 2 di novembre. Sembrava di essere arrivati in un altro pianeta. A meno di 300mt da casa lo spot. In meno di un'ora dal ns arrivo siamo già tutti cambiati ed in acqua, le onde nn superano il mt, e la cosa mette tutti veramente a proprio agio. Mentre scendo verso il reef, mi rendo conto che in acqua ci sono una quindicina di local....nn ho nemmeno il tempo di preoccuparmi se saranno infastiditi dalla ns presenza, tutti ci tenevano a venire a salutare e presentarsi, Antonio e Natasha avevano fatto buona pubblicità e tutti già sapevano chi eravamo, e dato che Antonio li è il più local di tutti mi permetto anche di droppare qualcuno, soprattutto Antonio e Natasha ovviamente ;-).

Ci divertiamo come pazzi per più di 4 ore, conosciamo, Michele, Ivan, Massimo, Dom, Angela, e qualcuno di cui ora sicuro dimentico il nome ma che ci tengono compagnia per tutto il tempo, risaliamo sfiniti...ci mangiamo un piattone di pasta ed un pennolotto di parmigiano accompagnato da vino salentino e una buona sopressa veneta...pronti per riposarci un pò...io ed Antonio ci guardiamo...Nat e Alice hanno già la macchina accesa....e siamo di nuovo in acqua...fino al tramonto che arriva come una liberazione. Era come se le nostre tavole nn ne avessero mai abbastanza e noi costretti a seguirle. Non ricordo nemmeno le azioni tra quel momento, la cena ed il letto. Ma la mattina seguente alle 7 eravamo gia in viaggio verso un altro big spot sulla costa ionica. Fatto il pieno di taralli, focacce e chi più ne ha più ne metta....siamo di nuovo nel ns mondo. qualche passante ci guarda incredulo, oggi c'è il sole ed il mare azzurro e ben incazzato. Ci distruggiamo di surf e con piacere vado ad annotare qlche onda di qualità, un air di Antonio e dopo parecchi tentativi....una mitica right handed sfornata dall'Alice che pur incredula si è sparata 100mt di surfata sulla cresta dell'onda del gg. Non male per una di Monselice.

Per altri due gg ci perdiamo tra i trulli le colline e le costiere di Checco Zalone...assaggiando, sorridendo e ricercando qualcosa che trovi solamente qualche tempo dopo nei ricordi di viaggio.

Ogni tanto ripenso a come nascono certe circostanze che all'origine racchiudono una semplice voglia di ascoltarsi, conoscersi e provare a mettersi in gioco nei confronti di qualcuno diverso da noi. Se non avessi spinto la mia voglia di conoscere oltre i confini asiatici nn sarei mai stato qui oggi, nn starei sorridendo ad un branco di ragazzi che chiedono solo di surfare quell'onda che li fa tornare a casa fieri. Un mondo il mio che ha voglia di fondersi con quello degli altri. Un mondo pieno di posti da vivere, visitare...ed onorato da onde che sono felice di celebrare con chiunque rispetti quei momenti.

Poco tempo fa un'amica mi ha chiesto se nela mia vita avevo mai trovato un luogo dove volessi veramente fermarmi....beh...l'ho trovato in un giorno di febbraio nel 2009...in uno di marzo del 2010...a gen 2011...dic 2012...è un luogo difficile da raggiungere. Facilissimo da trovare ma incredibilmente impossibile....si trova giù da un muro d'acqua che corre più del tuo respiro e dentro ad un lembo che nn ha denti ma che nn aspetta altro che inghiottirti. Quello è il luogo dove voglio vivere....ovunque esso sia...nn importa quanto dovrò volare, guidare o camminare...