Mentre discutevamo dei nostri
piani di viaggio con i nostri ormai inseparabili Annika e Remo, scopriamo da
qualche blog su internet che esistono un paio di compagnie di bus che
effettuano la tratta DIRETTA Cusco-Copacabana (Lago Titicaca, Bolivia). Controlliamo
i prezzi e ci accorgiamo che non sono differenti da quelli proposti da un tipo
dell’agenzia in Plaza de Armas. Quindi, invece che perdere una giornata per
andare in stazione a prenotare i biglietti, acquistiamo la tratta DIRETTA senza
fermate per Copacabana in un bus con poltrone letto della compagnia Huayruro. Belli
come il sole, la sera dello stesso giorno andiamo al terminal de bus di Cusco e
nel giro di mezz’ora forgiamo l’appellativo che lì in poi diverrà il nostro
modo di descrivere lo stile dei peruviani:
quel PERUNZKI dell’agenzia probabilmente, dopo aver incassato l’amount
del biglietto, invece di acquistare i voucher per la compagnia che ci aveva
venduto, ha ben pensato di comprarlo per la compagnia più economica. Risultato:
due coppie, due bus diversi, a due orari differenti e con un concetto di
DIRETTO del tutto PERUNZKI. Il nostro bus non è poi così male, se non fosse che
alle 5 del mattino ci ha lasciati nel bel mezzo della brughiera di confine
peruviana a 3500 metri, per poi farci salire in un furgone capitanato da una
gentildonna locale che ci ha guidati alla frontiera con la Bolivia e poi
consegnato i soldi per raggiungere in taxi la ridente località di Copacabana,
nostra destinazione finale. Ci chiediamo come sarebbe stata la compagnia che ci
avevano detto non essere diretta. Primo assaggio di Bolivia: alla vista del
lago Titicaca (il lago di grandi dimensioni più alto al mondo: 4000 metri)
decidiamo subito di andare a visitare la Isla del Sol e ci prenotiamo per la
corsa delle 13.30. Dispiaciuti di essere stati ingiustamente separati dai
nostri compagni di viaggio svizzeri, pensiamo a dove saranno già arrivati visto
che probabilmente il loro era il vero bus DIRETTO a Copacabana. Dopo aver
girovagato un po’ per la città, stremati dalla notte selvaggia in autobus,
approfittiamo della wifi che in realtà si rivela non funzionare su un bar
costruito su un tetto, da dove avvistiamo due backpacker dal capello biondo
tedesco: i nostri Annika e Remo giungono a Copacabana con il DIRETTO 5 ore dopo
il nostro. Fortunatamente la permanenza sulla Isla del Sol ci fa dimenticare
dei piccoli inconvenienti bolivinzki e ci godiamo i paesaggi mozzafiato,
incastonati nel mezzo del lago a 4000 metri. Di tutti i luoghi finora visitati,
questo schizza immediatamente in cima alla hit parade. Assolutamente da provare
la trucha (trota) e la animal touch competition, ovviamente vinta dal
sottoscritto, che dopo aver sculacciato per tutto il giorno porcellini, pecore,
capre e asinelli, ha ben pensato di strizzare le orecchie ad un lama in posa
per la foto, facendolo imbizzarrire. Shit happen!!!! Ci divertiamo troppo in
quest’isola che per quanto stia attirando sempre più turisti, davvero rimane un
gioiellino dove riposare e camminare spensierati per ore senza incontrare
spesso anima viva. Alzarsi la mattina all’alba e sulla terrazza affacciati sul
lago essere guidati nello yoga dalla ns splendida “Alice l’istruttrice” ci
rendeva tutti migliori, tanto far svegliare Annika e Remo prima ancora di noi
per essere in prima linea ad allungare i muscoli. Ma la grande sorpresa di
questo luogo sono state per noi le sue spiagge, un po’ perché forse non ce le
aspettavamo, ed un po’ perchè la loro bellezza supera di gran lunga alcune
delle più belle località che fino ad ora abbiamo visitato. Quindi ancora una
volta, se decidete di avventurarvi nel percorso che abbiamo fatto, tralasciate
le coste, e preparatevi a rimanere piacevolmente sconvolti dai paesaggi
dell’entroterra che rendono davvero un viaggio degno di essere chiamato tale.
Ci sono anche un sacco di itinerari possibili ed inesplorati dal turismo
intorno al lago, praticamente al di la di Puno, Copacabana e la ormai
fintissima Isla Flotante di Uros, tutto il resto rimane praticamente ancora
quasi fuori da tutte le rotte, e se avete il tempo e la voglia, trovate un
pescatore o qualcuno che vi faccia salire a bordo per una battuta di pesca o
per farvi fare un giro panoramico anche di più giorni, non rimarrete di certo
delusi.
Sembra strano da dire ma ormai il
nostro programma comincia a diventare serrato, siamo in Bolivia da solo pochi
giorni e ci sembra davvero di aver cominciato con il piede giusto, ma dobbiamo
fare i conti con i tempo che ci resta e quindi eccoci di nuovo in bus con
direzione La Paz. Costeggiamo il lago fino a raggiungere immense campagne, con
il bus parcheggiato su di una zattera attraversiamo un fiume fino ad arrivare
ai piedi della Cordillera Reale che ci mostra le sue cime innevate…tutto
idilliaco…se non che alla vista della città…decidiamo di fare immediatamente
rotta sul paesino di Coroico…da dove vorremmo percorrere la famigerata “strada
della morte”. Purtroppo non si può certo dire che la capitale boliviana sia un
luogo ideale per trascorrere qualche giorno. Una città alquanto grigia e priva
di grandi attrattive, ma un ottimo punto di snodo per visitare tutto lo stato
ed organizzare i trasporti per qualsiasi destinazione. Le molte agenzie
turistiche a ridosso della Cattedrale e le decine di ristorantini lungo la via
principale, vi faranno da sfondo nel mentre deciderete cosa fare in questa
bellissima parte di mondo. Noi come al solito tentiamo di fare la furbata alla
backpacker, ed invece che andare sulla strada della morte con un agenzia che
organizza una discesa in bici come fanno tutti, andiamo direttamente a Coroico
da dove più o meno partono con le bici, confidando sul fatto che ci fossero
noleggiatori. Non che ci sia davvero dispiaciuto…ma i noleggiatori di Coroico
sono tutti falliti o hanno le bici sgonfie e non hanno voglia di ripararle e
quindi ci siamo sparati 25km a piedi, che in leggera discesa si sono davvero
rivelati meravigliosi anche se ovviamente meno adrenalinici.
Spostarsi in lungo ed in largo è
molto semplice da queste parti, nel senso che non è difficile trovare un mezzo
di trasporto di qualsiasi genere che ti faccia raggiungere una destinazione. Ma
ormai sono mesi che viaggiamo sempre dentro questi vanettini schiacciati come
sardine e la mia, ma potrei benissimo dire…la nostra…tolleranza si sta
assottigliando sempre più, tanto da cominciare a farmi sognare atti violenti
contro alcune di queste persone che si comportano come bestie al pascolo.
Bolivinski.
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