Eh che dire... è un po' come rinascere di nuovo, tutto è nuovo, tutto è sconosciuto. Anche io, guardandomi allo specchio faccio fatica a trovare la mia australiana espressione di sereno piacere e legame con il tutto che mi circonda. La Nuova Zelanda. Mi risulta quasi difficile buttare giù giusto quattro righe per definire questa mia prima settimana, mi fa strano, lascio aperto il cervello ma i pensieri sono un po' compattati, un po' chiusi in loro stessi, un po' come sono io in effetti. Ciò che vedo è tutto molto bello. Bella gente, belle ragazze, bei palazzi, belle vie, bei porti, bei tatuaggi, bello tutto ma non c'è feeling o per lo meno non c'è il feeling che cercavo e io che son pieno di energia, pronto per spaccare tutto mi rendo conto che non c'è niente da spaccare qui. Decisamente tutto questo mi porta a pressarmi un po' e devo fare devo vedere, devo andare, devo devo devo e alla fine mi scordo di mangiare, fare fotografie o integrarmi con la gente. La vita in ostello è spettacolosamente cacca. Dormo in una stanza senza finestre con altre 5 persone, maschi o femmine che ogni giorno cambiano, ogni giorno si danno si “reciclano”, loro arrivano e vanno e io resto li e ogni sera c'è uno nuovo con la sua storia nuova. Ho fatto a occhio almeno 70km a piedi in una settimana. Ho visto Auckland in quasi tutta la sua vastità e sinceramente, nonostante il suo fascino non vedo l'ora di scoprire questa terra nel suo cuore selvaggio, voglio vedere la vera New Zealand, con la montagne, i fiumi, le spiaggie e le onde, la voglio vedere sotto la maschera di acciaio e cemento che ne nasconde l'identità.
Ho un conto in banca, ho un numero di telefono, sto cercando un mezzo valido e sono pieno di energia e voglia di cavalcare questa terra a bordo della mia libertà.
É la prima vera forte esperienza in solitario e non è per niente semplice. Sembra di essere sulle montagne russe, ci sono dei momenti in cui sei su, in alto, carico e positivo e tutto gira come vorresti e dei momenti che voli giù in picchiata verso un buco nero e sembra che intorno a te tutto sia merda e la sfiga si sia innamorata del tuo culo. È la prima vera forte esperienza in solitario e sono tanto contento di esserci. Sono contento per quello che i miei occhi vedranno, le mie mani toccheranno e il mio cuore immagazzinerà. Sono contento per l'esperienza, perchè so che non è da tutti (come giustamente ha detto mai sorella Erica al telefono qualche sera fa), perchè so che comunque vada tutto ciò che mi lascierà sarà un grande piacere interiore e un sincero sorriso nel cuore.
Quando sei solo pensi. Io penso tanto. Penso a me a come sono in continuo cambiamento e crescita, a come vedo diversamente il mondo e il mio futuro e a come ricerco i segni che mi condurranno alla realizzazione dei miei sogni. Penso a Melbourne, a chi ho lasciato, quanto importanti sono certe persone e a quanto sono stato fortunato ad incontrarle. Penso ad Albert, migliore amico e compagno di viaggio che potessi mai desiderare che con il suo papi si sta sparando un viaggione della madonna percorrendo tragitti che sogno da anni di percorrere. Penso agli amici fraterni che a casa continuano la loro esistenza e mi vivo il momento in cui li riabbraccierò. Penso al ritorno in sella della mia belva, in giro per motoraduni con i fratelli bikers. Poi penso a mia madre e a mio padre e a come deve essere avere un figlio che inizia il suo terzo anno lontano da casa. Forti loro eh!! Viaggio con la mente e immagino il giorno in cui, suonerò il campanello di casa mia, stanco e felice, con il capello spettinato e la barba un po' incolta, con il mio borsone e la mia tavola da surf in spalla e dirò:” prenotate le pizze, sono tornato!”Penso a quanto tempo passerò in compagnia di mia sorella che sta diventando una donna. Penso a quando porterò fuori a cena le mie zie e i miei zii, giocherò con i miei cuginetti che non son poi più tanto “etti” ormai e penso alle lunghe chiaccherate con i miei nonni. Quando sei solo pensi e io penso davvero tanto, senza nostalgia, rimpianti o necessità solo pensieri, teneri e soffici che accerezzano la mente e scaldano lo spirito.
Dentro sono felice, consapevole delle difficoltà, lottatore fino alla fine, pieno di voglia di realizzarmi e di raggiungere i miei obbiettivi, vagabondo in un mondo nuovo, naufrago in un oceano di incertezza sorretto però sempre da sani principi, forti idee ed esperienze, sogni grandi e dalla presenza nel mio cuore di persone che mi amano davvero.
Ho un conto in banca, ho un numero di telefono, sto cercando un mezzo valido e sono pieno di energia e voglia di cavalcare questa terra a bordo della mia libertà.
É la prima vera forte esperienza in solitario e non è per niente semplice. Sembra di essere sulle montagne russe, ci sono dei momenti in cui sei su, in alto, carico e positivo e tutto gira come vorresti e dei momenti che voli giù in picchiata verso un buco nero e sembra che intorno a te tutto sia merda e la sfiga si sia innamorata del tuo culo. È la prima vera forte esperienza in solitario e sono tanto contento di esserci. Sono contento per quello che i miei occhi vedranno, le mie mani toccheranno e il mio cuore immagazzinerà. Sono contento per l'esperienza, perchè so che non è da tutti (come giustamente ha detto mai sorella Erica al telefono qualche sera fa), perchè so che comunque vada tutto ciò che mi lascierà sarà un grande piacere interiore e un sincero sorriso nel cuore.
Quando sei solo pensi. Io penso tanto. Penso a me a come sono in continuo cambiamento e crescita, a come vedo diversamente il mondo e il mio futuro e a come ricerco i segni che mi condurranno alla realizzazione dei miei sogni. Penso a Melbourne, a chi ho lasciato, quanto importanti sono certe persone e a quanto sono stato fortunato ad incontrarle. Penso ad Albert, migliore amico e compagno di viaggio che potessi mai desiderare che con il suo papi si sta sparando un viaggione della madonna percorrendo tragitti che sogno da anni di percorrere. Penso agli amici fraterni che a casa continuano la loro esistenza e mi vivo il momento in cui li riabbraccierò. Penso al ritorno in sella della mia belva, in giro per motoraduni con i fratelli bikers. Poi penso a mia madre e a mio padre e a come deve essere avere un figlio che inizia il suo terzo anno lontano da casa. Forti loro eh!! Viaggio con la mente e immagino il giorno in cui, suonerò il campanello di casa mia, stanco e felice, con il capello spettinato e la barba un po' incolta, con il mio borsone e la mia tavola da surf in spalla e dirò:” prenotate le pizze, sono tornato!”Penso a quanto tempo passerò in compagnia di mia sorella che sta diventando una donna. Penso a quando porterò fuori a cena le mie zie e i miei zii, giocherò con i miei cuginetti che non son poi più tanto “etti” ormai e penso alle lunghe chiaccherate con i miei nonni. Quando sei solo pensi e io penso davvero tanto, senza nostalgia, rimpianti o necessità solo pensieri, teneri e soffici che accerezzano la mente e scaldano lo spirito.
Dentro sono felice, consapevole delle difficoltà, lottatore fino alla fine, pieno di voglia di realizzarmi e di raggiungere i miei obbiettivi, vagabondo in un mondo nuovo, naufrago in un oceano di incertezza sorretto però sempre da sani principi, forti idee ed esperienze, sogni grandi e dalla presenza nel mio cuore di persone che mi amano davvero.
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