Dopo nottate spese in bus e mezzi di trasporto vari ed eventuali, e dopo esser passato x le zone di Pagandaran distrutte dagli zunami '04 e '06...dopo aver scalato il vulcano Bromo e attraversato jungle di mangrovie con una barca di un pescatore che nn aveva idea di che cosa volessimo da lui, fino ad arrivare agli stupendi palazzi reali di "Jodgia" (Yogakarta), stordito ed incredulo mi risveglio a Jakarta, capitale dell'Indonesia e città principale dell'isola di Java...tutti i componenti della crew sono daccordo di proseguire alla volta di Sumatra e quattro ore dopo siamo imbarcati in uno dei fattiscenti traghetti che ogni tanto affondano senza particolari ragioni se nn quelle di essere ormai carrette del mare. Mi godo l'attraversata e mi sento come Cristoforo Colombo o Marco Polo, nel mio piccolo non ho mai viaggiato oltre certi limiti, oltre quello che guide o internet poteva fornirmi...in questo viaggio stavo seguendo la mia inseparabile Lonely Planet ma le informazioni che era in grado di fornirmi riferite principalmente alle attrazioni che avrei potuto trovare in un luogo, erano ovviamente al netto dei trasporti e delle persone che avrei dovuto incontrare per arrivare fino a quei traguardi. Spesso mi sono ritrovato a pensare a come vivere di giorno e viaggiare di notte mi potesse comunque permettere di godere delle cose che vedevo senza essere mai stanco di scoprire....i miei occhi non potevano perdere un secondo di quell'intemrinabile brulichio di vite cosi differenti che erano attorno a me. Mentre appoggiato alla ringhiera di quel traghetto pensavo a come era stato immane il salto da Bali a Java parlando riguardo le differenze culturali, mi stavo già immaginando cosa avrei potuto vedere a Sumatra. Una nave in fronte a me portava la scritta "We love Indonesia", credo sia stato in quel momento che ho realizzato quanto davvero devi amare un luogo x poterlo scoprire qualsiasi sia il suo livello. Per livello intendo ovviamente a quanto tempo, denaro, sacrificio e abilità ci devi spendere x poterlo toccare nel suo cuore...per vivere ciò che le persone in quel luogo vivono ogni giorno e capire che cosa vuol dire vivere. Appena scesi dalla barca, un mondo nuovo ci ha assaliti...persone che urlavano e gesticolavano tentando di tirarti nei loro van, bus, motociclette o carri coi cavalli...nessuno che capisce la nostra lingua, in cinque persone parlavamo cirga 8 lingue diverse e nn c'era verso di spiegarsi....noi volevamo andare a nord in direzione di Medan e loro ci guardavano come se avessimo voluto andare su Marte....arrivavano a gruppi di 5 o 6 convinti di potersi trasportare ovunque ed appena gli davamo la destinazione scappavano via come fossimo stati dei pazzi. La tensione nel gruppo è salita e dopo esserci fatti portare in un internet point (o almeno cosi lo chimavano), 3 dei 5 componenti decidono di lasciare....nn sapendo come muoversi dal porto, non potendo comunicare e con il costante assillo delle condizioni che vivevamo attorno a noi, che andavano da persone nude che giravano per strada a mezzi di trasporto incredibili con di tutto sopra che fumavano nero....gente che tentava di arrangiarsi e che incuriosita da noi si avvicinava ma senza poterci dare un reale aiuto x uscire dal nostro pantano....Massimo, Romeo e Nancy ripartono x Jakarta dono una good bye durato nn più di un minuto. Io e Sirena decidiamo di rimanere, lei mi confessa che nn lo avrebbe mai fatto se nn ci fossestato qualcuno con le palle di fianco a lei...io sorrido...e faccio finta di avere le palle....giuro se anche prima pensavo di avercene un pò...in quel momento si erano ritirate in letargo sotto uno strto millenario di ghiaccio polare...
Quando un moto taxista si è offerto di portarci al bus terminal borbottando 2 parole di inglese, ero l'uomo più felice del mondo...quando dopo 5 minuti di moto ci ha sganciati davanti casa di un suo amico che diceva essere il controllore degli autobus e ci invitava ad entrare in casa sua....stavo per svenire. Eravamo in mezzo al niente, lungo una strada principale, a casa di non so chi dopo un giorno e mezzo di trasferimenti....ero esausto. Più questo personaggio tentava di metterci a nostro agio e farci rilassare e più io mi innervosivo e nn mi fidavo di lui...mi sembrava di essere la mia ex quando litigavamo e le dicevo "ma dai calmati" e lei ancora più incazzata mi rispondeva che più le dicevo di calmarsi e più lei si incazzava, nn sapeva neanche lei come mai ma era così. Dopo qualche minuto mi guardo attorno, ci sono lui, un uomo sulla cinquantina, le sue due figlie piccole e la moglie...tutti perfettamente coscienti che nn eravamo a nostro agio...alla fine mi chiedono se voglio far la doccia e se vogliamo mangiare, accettiamo. "Il bus arriva qui di fronte" ci dicono sorridenti, "...verso le 2-3pm o le 4 o le 9"....io volevo ucciderlo....e x calmarmi vado a fare la doccia....ero alle prese con un mio limite....posso cambiare la mia vita in un secondo, posso andare dall'altra parte del mondo e ricostruire una vita ad ogni città che mi fermo, posso fare surf su onde che ti uccidono e vivere in un van con altre 4 persone in mezzo al deserto...ma quando arrivo in un luogo che nn conosco e nn c'è un segnale, un cartello un qlcno che mi parla, un informazione...niente di niente...una scritta sul muro, un disegno un'icona che mi dice che quella che sto seguendo è la direzione giusta...io vado fuori di testa. Per la prima volta nella mia vita stavo sperimentando il terzo mondo. Qui ti devi affidare alle persone, alle sensazioni che provi quando le incontri...a quello che ti mostrano di loro x impressionarti....dopo 4 ore che aspettavamo in casa di queste persone e dopo aver giocato con le tre figlie piccole e mangiato un pranzo stupendo, dopo essermi lavato con l'acqua del pozzo che stava in centro salotto e dormito nel loro letto...Sirena mi chiede di lasciare. "Infondo Alberto se torniamo a Bali possiamo fare ancora tante cose, qui nn abbiamo sicurezze, forse arriva un autobus che dopo due giorni arriverà a Medan...deveva esser qui 3 ore fa...io nn ce la faccio più..." Io guardavo le bambine giocare con niente...una bottiglia d'acqua diventa la loro playstation e una cordicella diventa una barbie....guardo negli occhi quell'uomo e tento di capire che cosa vuole da noi...dopo la mia ennesima richiesta riguardo all'ora in cui sarebbe arrivato il bus....lui preoccupato mi risponde che è certo sarebbe stato li a minuti..."voi avete il diritto di vedere il nostro paese"...mi dice serio. Io guardo Sirena, mi straio sul mio zaino pensieroso, e mi convinco che non abbia nessuna ragione per prendersi gioco di noi...."Sire...aspettiamo ancora un'ora, saremo comunque in tempo x l'ultima nave che torna a java....ancora un'ora e poi torniamo, voglio dare una chance alla prima xsone con cui siamo entrati in contatto da quando siamo qui".
20 minuti dopo stavamo ringraziando quell'uomo e la sua famiglia e salendo sul bus di economy che in 48 ore ci avrebbe portao attraverso tutta Sumatra su fino a Medan. In quel momento ho capito come avrei dovuto pensare in quel luogo del mondo, in quel momento ho capito che x tutta la vita mi sentirò in colpa per aver trattato con indifferenza qualcuno che realmente tentava di aiutarmi.
Ciò che scorreva al di fuori di quei finestrini tremolanti era qualcosa di incredibile, paesaggi collinosi e jungle si alternavano a strade d'acqua in mezzo a paesi o villaggi iper caotici e super inquinati. Le buche terribili ci rallentavano non poco, tanto che la media erano 100km in 4 ore quando si andava forte...perlomeno per il momento potevamo reclinare i sedili e distendere le gambe. Primo degli infiniti stop notturni: a bordo salgono 5 nuove persone, 1 capra, 2 galline, 1 motocicletta, 15 sacchi di riso ed un ventina di cartoni nn identificati. Di fianco a noi una ragazzina con il nonno sempre sorridenti e contenti. Tutti attorno un mondo lontano ed inimmaginabile fino ad ora. Al mattino ore 7, dopo un'interminabile nottata di stop e soste x riparazioni al bus, bere, pregare e quantaltro...il mio dolce risveglio avviene soto le note di un gallo canterino posto giusto sotti i nostri sedili....lui aveva deciso che era ora di svegliarsi...e che il posto giusto x farlo sapere al mondo era il mio sedile....nn ho neanche alzato la testo, mi sono solo girato verso Sirena...aveva già le lacrime dal ridere...e dopo una nottata nella quale ho dovuto metabolizare, solitudine, nervoso e senso di responsabilità....mi sono fatto una di quelle risate con le quali ti scrolli di dosso il peso di tutto e accetti la tua nuova condizione felice del farne parte. Ero li, sdraiato e coperto con un asciugamano, guardando l'alba fuori dal finestrino e godendo di un male al sedere ed alla schiena senza paragoni....ma nn avevo il coraggio di parlare, c'erano bambini ovunque e tutti sorridevano anche se esausti, tutti che mangiavano riso e noccioline e nessuno che si lamentava mai....non ho mai sentito un bimbo frignare in tutto il viaggio, io nn potevo essere il primo anche se a volte acrei voluto piangere. Appena dopo il tramonto del secondo giorno ho capito che stavo facendo il Ramadhan...per cui di giorno nn ci si fermava quasi mai xchè nessuno mangia o beve e di notte 3000 stops differenti. Il bus si comincia anche a riempire e ad uno stop compare perfino una panca posta lungo il corridoio, dove andavano a sedersi i perdenti "dell'asta". Il proprietario del bus, nn ha fatto altro che imbarcare gente e intraprendere una gara a chi poteva pagare di più x sedersi...è stato un massacro. Con noi nn ci ha nemmeno provato ma ci ha tolto qlsiasi possibilità di reclinare i sedili....per una mamma con i suoi due bambini ed il suo sacco di riso è stato un pò diverso. Una famiglia più ricca, sedeva davanti a lei in quello che prima era il suo posto, anche loro con bambini ora godevano di quei dieci centesimi di euro in più che hanno otuto pagare. Lei, è rimasta li con i due figli sille ginocchia e la schiena dritta che una notte ed un giorno....sempre accudendoli e cambiandoli ad ogni sosta. I suoi orecchini e danelli d'oro mi hanno fatto capire a come si da valore ad una persone nella loro società, lei ci aveva provato...ma nn è bastato per assicurarsi il posto in bus. Io la guardavo e davo qlcsa da mangiare ai figli, lei nn ha mai accettato niente ma sempre con il sorriso. Nella mia pagina di diario lei si chiamava "mamma dignità".
Dopo 55 ore di bus e la previsione di farne altre 9 per arrivare a destinazione, io nn ce la faccio più e voglio smontare, l'unica persona che parlava inglese del bus ci ha fatto capire dove siamo, decido che scendiamo e proseguiamo poi con altri mezzi verso il vulcano Berstaggi o il lago Toba. Il mio culo è piatto come un TV al plasma di nuova generazione e sono sporgo di una polvere nera di smog e umanità che mi sono scorsi addosso, mai stao così sporco in vita mia, ma si dice faccia anche questo parte dell'avventura. Salutiamo le persone di quel bus e ci facciamo scattare foto su foto dai loro cellulari, erano così contenti di averci incontrato ed io ero contento di aver incontrato loro. La decisione dev'essere rapida, io sono x il lago, Sirena è x il vulcano....io punto i piedi e dopo una piccola litigata si va al lago. Dopo le ormai famose 55 ore du bus, 3 di microvan ed 1 di nave, finalmente entro di nuovo nel mio mondo....lo faccio senza ansia di arrivarvi, ma quando ho varcao la soglia del bagno con doccia calda del resort 4 stelle pagato ben 10 euro a notte...ho voglia di lavarmi via quello strato incredibile di nero....mentre lo faccio, rivivo tutte le emozioni e le immagini che ho visto mi tornano alla mente, oggi stesso ci sono fotogrammi indelebili che sembrano essere stati stampati nell'interno delle mie palpebre, è davvero divertente ora, quanto chiudo gli occhi, sembra un cinema, fatto di sorrisi, chiacchere e momenti unici nella vita di un uomo. L'incontro con la battaglia x la sopravvivenza, nn quella legata al cibo, ma quella che vede un popolo che possiede un pugno di riso, voler arrivare ad avere l'iPhone con facebook sempre con loro, persone che si spaccano la schiena per vivere in un mondo moderno che nn considera quelli come loro. A volte divertente considerando come la felicità è diffusa tra queste persone, altre tragico se riferito al trattamento che la società riserva loro....ma come tutti i viaggi a cui ho preso parte e tutti i luoghi in cui mi sono sentito emozionalmente coinvolto, l'unica cosa che posso fare per loro è sperare che col passare del tempo le cose possano migliorare...nn sarà x merito di qualche crakers o caramelle dispensate qua e la che la vita delle persone che ho incontrato sarà migliore, cambiare o migliorare il loro stato nn è una cosa che posso fare di certo, ma vedere quanto una mail o il semplice gesto di offrirgli il contato facebook li renda curiosi e felici di scoprire cosa c'è al di fuori della loro realtà, è di certo gratificante e sarò sempre felice a mia volta di dedicare tempo a persone che vogliono migliorare se stesse.
Il giorno seguente dopo un giretto sulle rive del lago, mi siedo al ristorante di una signora handicappata con due figli piccoli che la aiutano in cucina, il loro gioco principale: il cellulare. Hanno la Tv accesa e mentre stavo parlando con Sirena riguardo la mia intenzione di proseguire il giorno stessa x Bukit Lewang un paesino immerso nella jungla 7 ore a Nord, una delle news ci paralizza. La sensazione che qlcsa mi avesse spinto su quel lago, che oltretutto nn mi era nemmeno molto piaciuto, si è trasformata in un secondo, nella scelta più azzeccata della mia vita. La notte precedente, il vulcano Berstaggi sul quale saremmo potuti trovarci, è improvvisamente esploso, cancellando 3 villaggi, uccidendo 313 persone e causando migliaia di sfollati. Io e Sirena ci siamo guardati increduli sorseggiando il nostro frullato di avocado e cioccolata (nn fate facce schifate come me la prima volta che me l'hanno proposto, è una strafigata, provatelo...piace a tutti), ci siamo avviati verso la nave e abbiamo ripreso la strada.
2.30 a.m. piove e mi trovo su un ponte di bamboo a 10 mt di altezza con 2 zaini addosso, un ragazzo ubriaco che mi guida e mi tiene la mano x nn scivolare, e Sirena senza lenti a contatto aggrappata sul mio zaino che urla di nn lasciarla cadere. Arriviamo in hotel e dopo una pazza nottata di trasporti x arrivare, siamo nell'unico posto al mondo nel quale si possono incontrare gli oranghi in liberta. Quello che ci aspetta sono 2 giorni di trekking nella giungla pasti inclusi, sperando di incontrare ste bestie e di sopravvivere alla notte la in mezzo. 8.30am, dopo ben 5 ore di sonno la nostra guida ci butta giu dal letto e si comincia la festa. Parlando con altri turisti che finalmente riusciamo ad incontrare (giuro che nella mia vita poche volte è successo di sperare di incontrare altri turisti) ci dicono che quasi sempre si cammina un sacco, pieno di zanzare con la malaria, e gli oranghi se ne vedono uno o due a distanze di immaginazione. Noi con la nostra guida sottopagata, prendiamo tutte le scorciatoie ed a parte la sudata immane, dopo il pranzo del primo giorno contiamo sul nostro libretto 15 avvistamenti super ravvicinati. Addirittura un branco di punky monkey ci circonda e vul giocare con noi, ed un orango decide persino di scendere dall'albero con tutta la sua calma x venire ad abbracciarmi. In quel momento eravamo con un gruppetto di altri escursionisti e tutti mi guardavano come se fossi fortunatissimo che il bestione mi venisse incontro, l'emozione di vedere l'ominide peloso saltar e di liana in liana e venirmi addosso a braccia aperte x me invece è stato un qualcosa che c'è mancato poco arrivasse dritta alle mutande. Mi sono spostato appena in tempo e lui guardandomi ha proseguito x la sua strada, io glio ho detto: (come on mate, ste cose tra uomini nn si fanno! lui ha capito). Alla sera dopo una cena stupenda e dun falò che ci ha asciugato le ossa, ci corichiamo sotto una capanna di bamboo in riva al fiume...riuscivo a vedere le stelle, ma solo x qlche istante xchè ero troppo stanco e sono crollato. I bastardi mi hanno svegliato a mezzanotte e due minuti, con la scusa di ravvivare il fuoco, un secondo dopo ero davanti al falò con tutto il gruppetto che cantava Happy Birthday e che aveva preparato in mio onore una quantità enorme di frutta tropicale. La mattina seguente tutti mi chiamano "il sultano", x un giorno lo sono stato e mi sono anche preso la stanza più alta di tutto il villaggio, con l'amaca sul balcone, proprio di fronte al fiume...nn avrei mai potuto immaginare un compleanno più cool!
Il ritorno a Bali da Medan, ci ha visti fare scalo a Jakarta ed in onore della fine del Ramadhan ci hanno anche fatto volare più bassi del solito potendo così ammirare la città dall'alto, che roba! Gli ultimi tre giorni a Bali mi sembrava di essere in America...tutto ordinato e pulito e supercivile...chi ci è stato sa cosa voglio dire.
bellissimo articolo, soprattutto perche' vado a medan dal 31 dicembre al 12 gennaio 2011!
RispondiEliminagrazie
federicA
fgk.friz@libero.it
a che mail posso contattarti?
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