Talvolta quando si viaggia sembra che tutto combaci
alla perfezione, ed increduli rimaniamo estasiati da ciò che riusciamo a fare
nel mentre...tutto ci riesce e la fortuna è spesso accompagna. La mia teoria è
che ogniuno di noi è in grado di fare ciò che vorrebbe, solo pochi decidono di
farlo....per paura, comodità o altro....da quando ho deciso di viaggiare
indipendente, nn ho mai conosciuto qlcno senza dubbi, paure o piccole ansie da
affrontare...al contrario credo che chiunque intraprenda un gioco nuovo debba
per forza mettere a dura prova tutte le sue abilità, rendendosi poi conto che
tutto quel che si pensava prima forse di vero ne mantiene solo una piccolissima
parte, ma che quel che hai visto in quei momenti è l'unica visione che
caratterizzerà un luogo. Ecco credo che in mille giri di parole questo sia
quello che è stato per me il deserto. Tra kasbà, oasi sperdute e dune di sabbia
soffice come borotalco ed il tempo che sembra essersi fermato. Non solamente in
senso lato, per gli abitanti di questo paese siamo nel 1434. Volti perlopiù
coperrti, asinelli, datteri, fuochi e un sacco di curiosità da parte dei bimbi,
nessuno tra i tuareg chiede o pretende soldi, al max ti invitano dentro le loro
case, "solo per vedere" dirano simpaticamente ed una volta entrati
verrete cicondati di sorrisi, attenzioni e consuetudini appartenenti ad un
mondo che ben conosciamo, quello del commercio. "Avec eau sans
sucre", con o senza zucchero? chiedereanno prima di far partire la
trattativa tra tappeti, gioielli e qualsiasi cosa possa essere utile per un
sereno vivere. Ho comprato gioielli da un ragazzo in cambio di qlche pillola di
ibuprofene, bevuto un the con un capo tuareg che visto gli scarsi risultati nel
vendermi dei tappeti mi ha chiesto se gli
lasciavo mia madre in cambio di un paio di bauli d'argento, camminato con Omar
tra le rovine di un villaggio senza nome e lasciato ad una ragazza di quel
posto della tachipirina per il padre malato e dei datteri di Zagorà comprati il
giorno prima al prezzo di una maglia di H&M bianca e con un buco. Attrverso
la via dello zafferano, ho poi seguito
il sole che tuffandosi dietro l'orizzonte mi ha portato dall’oceano mare.
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