Diventa ormai un rito porre qualche annuncio su blablacar.it e conoscere nuovi surfisti alla ricerca di adrenalina come noi. Dopo un anno di studi in cucina, stage nei week end e lunghe settimane invernali che mi hanno costretto a rinunciare alla mia fuga invernale verso mari tropicali, eccomi qua alla guida con il camper che punta verso ovest. Le previsioni sono di buone onde ma tempo pessimo, lasciamo la pianura padana mentre si allaga completamente per raggiungere i paesi baschi, dove in teoria il surf non manca mai.
A bordo oltre a me e l'Alice, vi è anche una ns vecchia conoscenza del Portogallo, Maria. Max un surfista tedesco che studia a Pisa, Luca e Filippo due amici di Milano che si sono posti l'obiettivo di colonizzare le dune di Saignosse ed Hossegor.
Arriviamo in tarda serata e lasciamo la notte impadronirsi del ns sonno dopo una giornata davvero lunga anche se piacevole.
Il mattino seguente, è come se non fosse passato neanche un secondo dai vecchi tempi dei road trip lungo le coste dell'Australia. alle prime luci dell'alba io che mi alzo e mi butto addosso le prime due cose che trovo mentre i piedi scalzi corrono lungo il sentiero sabbioso che porta oltre la duna fino alla spiaggia.
Nessuno in acqua, e timide onde rompono poco distante da riva. Ideale per rincontrare l'oceano dopo quasi un anno di assenza.
Tutti ancora dormono, le promesse di Alice e Maria di voler surfare all'alba, si infrangono contro il cuscino ed il calore del piumino che le avvolge....ma questa si sa...è la mia maledizione e non ne faccio una colpa a nessuno.
Sono io il malato...quello che quando è a meno di 100mt dal mare si sveglia con il sole e deve lavarsi il viso tra le braccia di Mr Ocean.
Silenziosamente...sfilo una tavola dalle sacche e scivolo dentro la muta...lascio le donne ai loro sogni e con il mare deserto entro nel mio mondo. Il cielo grigio si confonde con l'orizzonte del mare, di tanto in tanto qualche linea scura si paventa formando l'onda che mi farà ricordare il motivo di questa mia vocazione. Nuoto con forza verso riva, mi sento sollevare dalla punta dei piedi fino al petto dalla sua forza e poi giù....lungo quella creatura così diversa da tutte le altre.
Spesso me lo chiedo ancora come sia possibile amare una rituale così semplice. Mi capita spesso di osservare ragazzi evolvere nel loro stile, spingersi oltre i limiti, fare cose sulle onde che davvero sembrano contro le leggi della natura. Tutto molto bello...ma io amo ancora quella sensazione primordiale. Mi piace sentire la spinta del mare sotto la tavola, il mio peso che si oppone fino a che è costretto a prendere la decisione di riposizionarsi e condividere la gravità con il mare. Scivolare lungo un qualcosa di estremamente vivo che viene da un altro mondo...ascoltando il suo messaggio.
Pian piano il mare si popola di altri malati come me ed il silenzio di quelle sensazioni lascia il posto alla competizione per l'onda migliore.
Dopo qualche ora vedo le ragazze spuntare dalle dune con le loro tavole...sembrano due professioniste. Tutte e due more con i capelli lunghi, mute nuove di zecca super firmate e tavole sotto il braccio. Dall'acqua si alzano commenti in tutte le lingue europee...effettivamente non si capisce come mai in Europa ci siano pochissime donne che praticano il surf...praticamente io avevo in camper il 90% delle surfiste di Hossegor.
Il benvenuto è accogliente anche per loro...onde morbide e gente simpatica, ci concediamo ancora qualche ora in acqua e poi un giretto in centro fino a sera.
L'indomani si apre con il solito cliché....io che sgattaiolo fuori dal letto in preda alla smania di vedere l'oceano...ed i miei piedi che corrono sopra le dune...dietro di loro anche quelli fonfy di Alice...che sono stati in qualche modo contagiati dai miei durante la notte.
Svalichiamo la duna...e boom.
In una perfetta mattinata i sole, un leggero vento da terra accarezzava delle linee continue di onde che infrangevano in maniera perfetta lungo tutta la costa. Era uno spettacolo che non vedevo da più di un anno, dal Marocco credo.
Non avevo parole....dall'Alto di quella duna...avevo tutto ciò che volevo.
Le onde erano terribilmente dure ma incredibilmente divertenti....Alice è coraggiosamente con me in mezzo ai frangenti, nei suoi occhi la determinazione di chi non si sarebbe mai perso quello spettacolo.
Il mare aveva dato il meglio che poteva...noi abbiamo cercato di fare lo stesso, con risultati mediocri...ma il sorriso non ci manca mentre dirigiamo verso il nostro meritato pranzetto...
Mentre usciamo dall'acqua ci ritroviamo fianco a fianco con Leonardo Fioravanti, campioncino under 16 di surf ed una delle uniche speranze italiane nelle competizione di surf mondiali.
La sensazione è quella di essere proprio nel posto giusto.
Decidiamo di cominciare la ns discesa verso Santander dove la ns amica Maria prenderà il suo aereo di ritorno tra qualche giorno...i paesaggi e le cittadine che attraversiamo sono incredibili. Si passa da spiagge lunghe 20km a piccole baie incastonate tra le montagne che quasi ti fanno sembrare di essere in Irlanda. Attraverso le vie del cammino di Santiago, lungo le vallate e gli scorci della Cantabria, ogni giorno siamo accompagnati da un timido sole che essendo pur inaspettato ci dona ancora più la carica di affrontare le ns giornate condite di surf, musica e giretti nei centri dei paesi con la Maria a caccia di free wi-fi.
A volte mi ritrovo seduto ad un bar dopo aver surfato, con le due donne completamente perse nei mondi di instagram e di Facebook ed io li a sorseggiare un te.
Nessuno parla con nessuno, ne approfitto per ritirarmi nei miei pensieri e sentirmi libero. Le miei passioni e le mie esigenze vanno di pari passo. Da un lato mi sento che forse anche io dovrei avvisare il mondo della mia felicità...ma poi penso che la parola condivisione, negli ultimi tempi abbia assunto un valore leggermente diverso da ciò che significa per me. Forse un giorno qualcuno alzerà la cornetta di un telefono o incontrandomi mi chiederà se sono felice. Vorrà sapere dei miei viaggi ed avrà la curiosità di dare un'occhiata alle mie foto.
Ed io avrò il piacere di fermarmi a raccontare.
Dopo una mitica session di long board con mare in glassy condition a Playa de somo a Santander, è giunto il momento di salutare Maria, come al solito è stato un piacere avere a bordo. Una persona piena di stimoli e vivace come poche, che trova con noi, il modo di evadere da un mondo difficile e frenetico come quello della movida milanese. Un po' ci dispiace salutarla anche se qualche giorno da soli io ed Alice lungo le vie della Cantabria ci rilassano al sol pensiero.
Tra paesaggi incredibili, onde e cibo eccellente attraversiamo Bilbao, arriviamo a Mundaka e giù fino a Bakio un mitico paesino sperduto tra le montagne, dove riscopriamo la quint'essenza del campeggiare, surfare e mangiare....arriviamo al ns ultimo giorno che decidiamo di spendere nel paesino di confine tra Francia e Spagna Saint Jean de Luz.
Mitico il suo lungomare, il suo tramonto...e le crepes bretone che ci siamo sbafati in un tipico localino Basco.
Ho come la sensazione di aver ritrovato me stesso nel viaggiare e nello spostarmi ogni giorno. Pensavo che sarebbe stata una vacanza di surf e pioggia...e mi sono invece ritrovato a scoprire sapori e colori lungo le vie dei pellegrini, a fare la conoscenza di professionisti del surf e ad ammirare l'oceano mentre dimostrava la sua forza.
Ho visto un tramonto speciale, mentre un secondo prima io ed Alice venivamo schiacciati improvvisamente da un muro d'acqua di 4 metri e la Maria si faceva quasi sgozzare da una fin della sua tavola....un minuto dopo correvo sparato lungo la pancia di un'onda due volte più grande di me mentre il sole incendiava l'orizzonte.
Ho conosciuto persone incredibili, ragazzi diversi uniti da una passione comune. Ho cucinato, mangiato, corso, riso e vissuto ogni istante....e mentre aspettavo l'ultima onda...per un attimo, ho desiderato non arrivasse mai.
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