Probabile che data la sua posizione nel mondo, Mosca non l'avrei mai visitata se non fosse stato per Alice che al momento ci lavora.
Non prendo l'aereo da un po' e fingo di essere arrugginito, anche se in fondo non vedo l'ora di respirare aria di aeroporti.
Stavolta parto leggero...di bagagli e di pensieri. Raggiungere Mosca é praticamente uno sbattimento nella preparazione, ci sono pochi voli diretti, bisogna fare il visto qlche settimana prima e non sai mai cosa puoi e cosa non puoi caricare in valigia.
Fattostá che dopo aver cucinato con i ragazzi della scuola di cucina, mi faccio accompagnare a Venezia dove passo la notte sdraiato per lungo su due panchine, con le ginocchia che abbracciano un appoggiagraccio, cerco di vivere uno di quei momenti che non possono mai mancare nelcurriculum di un viaggiatore: dormire in aeroporto.
La partenza di li a poche ore, intorno alle sei sono giá imbarcato per Brussells e dopo qualche ora sto decollando verso La Federazione Russa.
Nel mentre mi faccio qualche compagno di viaggio e ne approfitto per capire un pó di piú del paese in cui mi sto recando. Nel mio immaginario probabilmente limitato, la Russia é un paese pseudo triste, fatto sulle ceneri di tristi storie, pieno di miliardari che svolazzano in giro per tutto il mondo e godono di ció che non possono avere nel loro paese. Poi ci sono anche le ragazze. Le famose "russe", a detta di tutti tra le piú belle donne al mondo.
Mah....
Spendo le mie tre ore e mezza a parlare con Anna, una ex moscovita che ormai vive a Brussells da anni. È una ragazza non troppo alta e sulla quarantina, con i capelli alle spalle biondo cenere. Veste un tailleur grigio chiaro e ad ogni sorriso mostra senza vergogna un apparecchio per i denti tra i piú articolati che abbia mai visto.
Gestisce un agenzia di vendita per una multinazionale. Mi racconta un sacco di cose interessanti, di come é stato crescere a Mosca, di quanto ancora lei si sorprenda quando va a fare la spesa, perché riesce a trovare cibi da tutto il mondo. Ovviamente i discorsi non potevano non toccare la cucina, lei era molto interessata a capire alcune delle ricette della cucina italiana ed io di quella russa. Alla fine del volo é cosí gentile da accompagnarmi addirittura in centro dove ho appuntamento con la mia bella Alice. Perfortuna che ho trovato Anna ed avevo Alice che mi aspettava...nonostante fossi a conoscenza che non esistono o quasi indicazioni in inglese in Russia, non si é mai realmente preparati ad atterrare in un luogo in cui non si capisce nemmeno una parola di quel che la gente dice o scrive.
Poco male...neanche il tempo di smontare dal treno che mi accompagna in cittá e di abbracciare Alice, che siamo giá lanciati nelle profonde ed infinite gallerie della metro di Mosca.
Chi ci é stato puó capire la mia sensazione...chi deve ancora provare puó tentare di immaginare un fiume in piena di persone che come robot creano un flusso al quale non ci si puó opporre. Devi camminare veloce e capire la direzione da prendere al volo...altrimenti la piena ti schiaccia. Sembra un mondo bloccato ai primi del 900. Tutti vestono di nero e grigio. Le pareti sono marroni e le scale mobili rivestite di finto legno tipo frizzer dei gelati della Algida anni 80.
Finalmente sbuco a destinazione, con il mio trolley ed Alice che mi tira per il braccio xché sono troppo lento....respiro un pó di aria moscovita e vedo il cielo...poi abbasso un pó lo sguardo e praticamente ci sono solo strade e macchine. Per attraversare esiste solo un modo: il sottopasso kilometrico. Una cosa l'ho capita subito, se vuoi muoverti qui, devi fare il topolino e muoverti sottoterra, altrimenti finisci comunque sottoterra.
Metodo n 1 x tentatre il suidio a Mosca: attraversare la strada in superficie.
Ho ancora la valigia in mano e ancora un pó stordito dal sentirmi analfabeta, raggiungiamo i colleghi di lavoro di Alice. Super carini, ci offrono una cena stupenda in uno dei migliori ristoranti ukraini della cittá.
Troppo bello, antipasti di formaggi vari, portatona di burro pane di segale e caviale come antipasto. E poi il Borsh...zuppona di rape rosse, patate e cipolle...vino della Crimea e vodka come se piovesse.
Nessuno che parlava ovviamente italiano e nessuno che voleva parlare inglese...e qui scatta il vantaggio di aver agganciato la mia interprete...e quindi divertimento assicurato.
Soprattutto quando ho preso un po' di confidenza e parlando della statua immensa che avevo visto poco prima nella piazza adiacente al ristorante, ho chiesto se fosse "l'olimpionico del salto con l'asta...quel Bubcka"....e la Ali ha invece detto, ma no quello é Micheal Jackson....il silenzio é calado al tavolo e senza troppi sorrisi ci hanno detto che quello era Gagari...un eroe nazionale.
Io ho preso la pala e sono andato a sotterrarmi in bagno.
Il mattino seguente ho affilato le suole delle scarpe, vestito il maglione piú pesante che avevo ed indossato la giacca da neve...giornata splendida...dalla finestra...un venticello siberiano ci pelava le guance come fosse una lama di rasoio...mi ero quasi dimenticato di dove fossi, fortuna che camminare scalda. Ho fatto il turista per un giorno, passeggiato per l'Arbath, visitato il Kremlino e le sue chiese, la piazza rossa e tutte quelle cose he non si possono non vedere. La cosa che mi ha lasciato piú sorpreso sono state le ragazze russe. Alice paventava che mi sarei innamorato ogni tre passi, alcuni ragazzi in aereo mi dicevano che belle come loro non ne esistono...io posso solo confermare che il bello é una cosa soggettiva. Certo gusti sono gusti...ma dove manca il calore la simpatia ed il sorriso...io davvero non so cos'altro guardare.
(ovviamente questa è la versione che devo dare perché la mia ragazza ha contatti con il KGB e temo per la mia incolumità)
Abbiamo girato in lungo ed in largo, percorso vie senza nome e visto monumenti di poeti e scrittori, sorriso alla passione per l'arte e la cultura e goduto di cibi semplici ma differenti. Da notare la lingua di vitello grigliata al coriandolo con sorbetto di melograno e grappa che mi sono sbaffato in un ristorante Tajiko. Si perché nella mia ignoranza...non avevo pensato che la Russia, is a very big country!
Qui ci sono persone che sembrano essere da ogni parte dell'Asia ed invece sono russe, ed hanno importato le loro tradizioni ed i loro sapori...na figata...
Alla domenica troviamo anche il tempo per alzarci con calma...pensare che tutto sommato...avevamo preso da mosca poche cose ma essenziali e che era il momento di dedicarci a ció che ci piace...le nostre passioni ci seguono anche qui...e quindi in mancanza di surf...ma non di onde (come si puó vedere in foto) ;-) Facciamo una bella colazione in una pasticceria francese e andiamo a #bikram yoga a sudare un po'. Troppo forte...l'insegnante che spiegava in russo le posizioni ed io che sembravo un manico stalker che dovevo guardare gli altri per capire le posizioni.
Un sushi con calma nei pressi dei musei e poi scatta l'incontro con Luca e Tatiana, due giornalisti italiana che vivono a Mosca da qualche anno. Lei era giá amica di
Alice ma non si vedevano da tempo e lui un ragazzo di Roma troppo perfetto per essere vero. Con l'aspetto da ingeniere, corredato di cappotto di lana mezzobusto e gli occhiali con montatura super leggera, parliamo di ció che facciamo nella vita. Lui si appassiona ai discorsi e ci confida che avrebbe sempre avuto anche lui il sogno di fare l chef.
Beh...da giornalista a chef...il passo sembra breve se vediamo la Parodi...peró il percorso potrebbe essere ostico...fattostá che stamattina....Luca mi scrive su facebook che le cose non accadono mai per caso...lo avevano appena locenziato e si stava iscrivendo ad una delle migliori scuole di cucina in Italia...che dire....buona fortuna...ci vedremo prossimamente in cucina.
La mia visita a mosca termina con una colazione abbondante e un saccodi sorrisi, una cameriera gentile tatuata su tutto il corpo e un fiume di persone che percorrevano i marciapiedi fuori dalle finestre. Ero spettatore del muoversi di una megalopoli.
Good bye Moscow...non credo mi mancherai...ma hai saputo emozionarmi.
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